L’indomani di buon ora, tappa di trasferimento per la capitale rumena: Bucarest, con l’unica tappa la visita del Castello Peles a Sinaia. In effetti più che un castello è una villa fortificata, ma merita di più la visita dell’edificio dove è adibito il museo.
Tragitto in pianura, e dopo Ploiesti, la strada diventa autostrada. Gran caldo e traffico in aumento.
Per trovare l’albergo uso Google map, in modalità off-line ( suggerito da Vincenzo) poichè con il navigatore non trovo la strada. Con il cellulare collegato alla chiocciola, seguo le indicazioni molto esatte. Prendo possesso di un bell’albergo, nel centro storico della città, che mi permette di fare sosta per due gg e visitare la capitale a piedi. Buon parcheggio privato al chiuso e sorvegliato. Dopo una doccia faccio a tempo a dare una sbirciatina alla città, andando a vedere l’immensa struttura del parlamento ( di cui è un po’ il simbolo ,costruito da Ceausescu radendo al suolo quartieri e villaggi della zona), piazza Unirii fino a cazzaggiare per le vie del centro dove ceno, dopodichè a letto.
Il giorno dopo per dare un’occhiata fuggevole alla città, adotto un sistema già applicato per altre capitali. Trovo il servizio di autobus, che turisticamente fanno fare il giro della città, stando seduti e con guida in italiano in cuffia. Certo non è il massimo, ma visto lo stop di un giorno, almeno a grandi linee ci rendiamo conto della tipologia urbana e vista di alcuni suoi più importanti luoghi di interesse. ( già adottato in passato per Helsinky, Stoccolma, Cusco ecc ecc). Grande città, grande arterie, attraversata dal fiume Dambovita, mi ricorda molto Budapest. Traffico notevole come si addice ad una capitale, ed interessanti edifici, di età storica. Interessante è stato visitare la chiesa Stavropoleos ortodossa, che rappresenta una notevole architettura, eretta nel 1724. L’Arcul de Triumf , un’arco di trionfo tipo Parigi più piccolo, e poi di nuovo a osservare da più vicino il palazzo del Parlamento, imponente, come l’immagine che voleva trasmettere ai tempi della cortina di ferroe di potenza al suo popolo. In serata mi sono rifugiato nelle stradine del centro piene di negozi e posti per mangiare, e vita notturna con locali di ogni genere. Piacevole, ed un saluto mentale alla città, che domani avrebbe visto la mia partenza.
Il giorno dopo, tappa di trasferimento per arrivare ad un’altro luogo importante della Romania: il Delta del Danubio. Esco dalla capitale, parto e arrivo con la pioggia. Autostrada finoa Slobotia, poi mi tuffo nelle strade secondarie, che attraversa zone rurali in pianura. Alla pioggia si aggiunge un forte vento trasversale, ma dopo l’esperienza lungo la costa Argentina, qui non mi preoccupo più. Arrivo fino a Braila, e praticamente siamo al confine Moldavo/Ucraino, delimitato dall’ultima parte del percorso del Danubio. Uscito dalla città mi trovo a usare un traghetto piccolo e caratteristico. Piacevole sorpresa; in 15 minuti mi fa attraversare un ramo del fiume, per arrivare a Tulcea, il manto stradale non è un gran chè. Fango e pietrisco a volontà.
Arrivo nel pomeriggio, prendo possesso della camera che guarda il Danubio, e dopo aver disfatto i bagagli, scendo a visitare il paese. Mi organizzo già per il giorno dopo il Tour del Delta e mi rendo conto che Tulcea ha nella sua primaria economia porprio il turismo per il fiume. Sopresa, nella città trovo una chiesa Israeliana con tanto di bandiera e stella di David esposta. Nella popolazione alta presenza di zingari, ma tutto qui è tranquillo.
Il giorno dopo, di buon ora, vado al molo indicato e prendo posto su un leggero motoscafo, per osservare da vicino il Delta del Danubio.Erano anni che avevo questa idea, per chiudere un cerchio iniziato nel lontano 2005, quando andai a vedere la sorgente del Danubio che si trova nella Germania sud-ovest, più esattamente nella Foresta Nera a Donaueschingen.
Averlo visto attraversare diverse capitali Europee con l’aggiunta di averci fatto il bagno, oggi si completa la sua conoscenza ed il rispetto nei confronti di un fiume molto importante per l’economia delle nazioni che attraversa. A bordo oltre al nostro autista/guida, ci sono due coppie, una di Barcellona e l’altra di Parigi. Dopo aver lasciato il percorso centrale, molto largo e navigabile, ci immergiamo nei canali che compongono il Delta. Lungo il percorso vediamo sulle rive famiglie che pescano e che si godono la giornata. Incontriamo anche delle abitazioni in legno proprietà di Pescatori, che usano nei canali per prendere i pesci ( la loro profondità risale fino anche ad un metro) le nassere che usiamo noi in mare per i crostacei. Bellissimo immersi nella vegetazione ricca, fatta di boschi, con all’improvviso aperture in stagni dove è presente la fauna composta da migliaia di uccelli di razze diverse. Quella che mi colpisce di più sono i pellicani, grandi e con il loro becco strano con la sacca sotto. Entriamo in alcuni canali stretti con la vegetazione folta, sembra di vedere i filmati dei fiumi tropicali, mancano solo i coccodrilli!!!!! All’ora di pranzo ci avviciniamo ad un istmo, dove attracchiamo, recandosi poi in una delle abitazioni che si trovano su questo limbo di terra. Pausa pranzo. Il cibo composto dal pesce locale, fritto e lesso, con aggiunta di patate e una specie di polenta. Per i miei gusti ho fatto un po’ fatica, ma fa parte del vivere questa esperienza. Dopo la sosta, riprendiamo il percorso che ci permette ancora di godere di questo eco-sistema fantastico. La natura è la vera regina e mi auguro che possa mantenersi con tutto l’inquinamento che produciamo.
Arrivo a Tulcea nel pomeriggio soddisfatto di questa esperienza, ma già la mente è oltre per i prossimi appuntamenti del viaggio.