Si potrei raccontare tante storie, delle fiabe di draghi e cavalieri, ma vi tocca un viaggio che è solo presente in me. Si cari amici la prima volta per me di Nordkappa è stata tragica, perchè? Perchè non una foto a ricordo di quell’evento, non ho immagini che potrei riguardare con nostalgia ogni tanto, e vi domanderete come mai? Colpa di quelle diavolerie di macchine digitali, che si affacciarono sul mercato in quei primi anni, con le prime schede di memoria piccole e strette, ed un visore dietro mignon, dal quale vedevi quasi niente. Si purtroppo cambiai scheda ad un certo punto del viaggio ( le memorie erano di 256kb) e non feci bene il mio dovere. Quindi per una parte vi racconterò una fiaba. MA COMINCIAMO DALL’INIZIO.
Un viaggio deciso all’ultimo momento, da arrabbiato, perchè la vita mi stava facendo girare i c….i. Ed allora in mezzo alla settimana, mentre si stavano avvicinando 2 settimane di ferie, una sera mi metto sul divano con la cartina dell’Europa e decido: VADO A NORDKAPPA. Anche se partire il 19 di agosto non era una bella scelta per via del tempo e temperatura. In solitaria, io e la Rossa.
Preparativi moto e bagagli quasi zero. Giusto prenotarmi via internet, il passaggio in treno-navetta sulla DB (ferrovie tedesche), che a quei tempi sentite che fortuna partivano anche da Livorno, e quindi via su fino a Amburgo, risparmiandomi 1400km circa di autostrada, riposandomi e dormendo a bordo. Una bella esperienza, anche perchè era la prima volta che la Rossa SALIVA IN TRENO!!!! Durante il viaggio varcò la soglia dei 100.000km sul contakilometri..
Arrivato ad Amburgo, scendo fisicamente con la moto sui marciapiedi dei binari (il percorso indicato con i birilli dagli addetti), prendo la via per attraversare la Danimarca, lungo costa poichè la notte alle 1 mi aspetta il traghetto che mi porterà in Norvegia, con la tratta Hirtshals-Kristiansand.
La Danimarca, la scopro piatta e senza rilievi, con foreste di pale eoliche per l’energia elettrica ( addirittura in mare), spiagge lunghe sabbiose. Vegetazione quasi sempre bassa, ed almeno in quel periodo una presenza costante e fastidiosa del vento. Arrivo in tempo per rifocillarmi, prima di salire a bordo del traghetto, dove dormirò sdraiato in terra da quanto sono stanco, in mezzo ai bagagli e che mi porterà in terra Norvegese, dove mi aspetta il mio amico Dag ( conosciuto l’anno prima ad un raduno in Sicilia). Un notaio in pensione, che l’estate abita a casa sua, mentre viene a svernare in italia, a Tolfa con la sua signora Mud.
Un tipo particolare, molto simpatico che parla discretamente l’italiano. Mi fermo da lui, per fare una sonora dormita, e conoscere degli amici che invita la sera a cena. Io consapevole di questo ero partito dall’Italia con due bottiglie di Brunello di Montalcino, e non vi immaginate la festa che gli fecero. Ma il bello è che durante un giro in moto che facemmo, ad un certo punto vidi delle piccole macchie marroni al lato della strada, incuriosito mi fermo,e scopro che erano porcini!!! Chiamo Dag e gli domando se li conosce, lui risponde che non ha mai raccolto quei funghi non conoscendoli. Morale: la sera ricco vassoio di porcini fritti!!!!!!!
Ecco, da qui inizia il dramma, cambiata la scheda nella macchina fotografica tutto è il nulla!!!! Racconterò soltanto: passando per Oslo ( dove non mi fermai rimandando al ritorno la visita) e lungo le coste della Svezia, arrivai al fatidico appuntamento, in una bella giornata di sole ma freddo. Non molta gente, ma comunque la soddisfazione di esserci arrivato fu tanta. Anch’io ero arrivato a Nordkappa. Dopo la sosta di rito e qualche decina di foto (sigh!!!), mi rimetto in sella alla mia Rossa, cercando di evitare la costa, poichè i giorni passano ed il tempo non è molto.
Riprendo la strada del ritorno ( si fa per dire tenendo conto ancora quanti km avevo da fare e cose da vedere), e passando dentro la Norvegia, entusiasmato dai Fiordi che vedo e le strade che mi sollazzano me e la Rossa, arrivo a Bergen dove mi fermo ad ammirare questa città con i suoi caratteristici palazzi ed il famoso mercato del pesce. La prossima tappa sono due delle tre capitali Scandinave: Oslo e Stoccolma. La Strada che mi porta verso di loro continua a darmi grandi emozioni, Fiordi e traghetti di continuo, nonchè ghiacciai e neve in ogni angolo, appena si sale con le strade. Poi mi trovo a percorrere il tunnel più lungo del mondo: il Tunnel di Laerdal, km 24.51. Surreale, avevo visto il cartello all’ingresso ma non credevo di stare dentro circa 20/25′. Mentre lo percorrevo mi chiedevo: ma finirà? Poi ad un tratto vedo un chiarore, e penso: ma è già la fine? Ed invece come in un film di magia, ecco che la galleria si allarga, e credendo di vedere del ghiaccio, è invece è solo una illusione, aiutata da una illuminazione ad hoc. Leggendo su internet ho scoperto che queste situazioni ( ce ne sono 2) sono volute, dopo che all’interno di esso avvenivano troppi incidenti per colpi di sonno, per ovviare a questo hanno creato delle situazioni che praticamente destano il conducente. Ingegnosi davvero.
Arrivo ad Oslo, rimango affascinato da questa capitale bella , austera e vivace. Seduto ad un bar sulla passeggiata ammiro i suoi abitanti e mi accorgo che sono diversi da noi, un’altra razza proprio.
Dopo lo stop di un giorno, riprendo verso Stoccolma, la strada di collegamento abbastanza monotona, dritta e sempre con il solito paesaggio: Alberi. Anche a Stoccolma rimango colpito soprattutto dai canali che entrano nella città, e come per Oslo, mi fa avere rispetto di questa capitale, cosi’ varia, particolare con la sua Architettura dei palazzi, alti e possenti, e nonostante la numerosità delle persone, il silenzio è quasi totale. DUE SIGNORE CITTA’.
Parto la mattina di buon ora, per essere alla sera in Germania, e dopo aver lasciato Stoccolma, tocco la città di Malmo, che mi permetterà attraversandola di vivere un’altra esperienza unica nel suo genere fino a Copenaghen a dir poco “alieno”: il Ponte di Oresund. Una tratta stradale e ferroviaria di 15.9km. L’ingresso avviene come per l’autostrada, un casello dove si paga il pedaggio, e poi via. Già in lontananza si nota l’architettura del Ponte stesso, anche se tutta l’opera è completata oltre che da un’attraversamento del mare, ad un “immersione” vera è propria nelle gelide acque, poichè l’effetto ottico che si vive, arrivando dalla Svezia, ti porta a domandarti: ma davanti a me vedo solo acqua, ma dove finisco?( per via della curvatura della strada che scende davanti) Dopo poco l’enigma viene sciolto, in quanto si apre una galleria che ti porta sotto il livello del mare, riuscendo nella città di Copenaghen. Wow!!!!
Arrivato a Copenaghen, mi fermo oltre che per vedere molto velocemente la città, quello che è il simbolo: la Sirenetta, dislocata al porto, famosa in tutto il mondo attira turisti tutto l’anno. La foto di rito è d’obbligo, e mi fa un certo effetto esserle accanto, perchè aggiunge nella mia mente un altro tassello a quello che avrei voluto visitare in questo viaggio.
Dopo questa sosta veloce riprendo la strada per arrivare a prendere il traghetto che mi porterà in terra germanica. Prima di arrivare all’imbarco, visto l’ora tarda ( poichè Copenaghen mi ha portato via abbastanza tempo) mi fermo a dormire e alloggio in queste casette che si trovano all’interno di campeggi ( Hytter così chiamate): comode, pulite e con l’uso di cucina, con una prerogativa: sono economiche. La mattina dopo arrivo a Rodbyhavn, dove mi imbarco ed in 45′ minuti ho già alle spalle la Danimarca.
Qui prendo l’autostrada, e toccando Lubecca, Amburgo, Hannover e Colonia, arrivo la sera nel paese di Nurburg, stanco, dove alloggio e mi rinfranco con una bella doccia e cena, poi di corsa a letto.
Il giorno dopo mi dirigo all’ingresso del famoso circuito del Nurburgring, un anello di 24km, che nel passato è stato teatro di tantissimi gran premi, oggi è usato per testare nuove autovetture delle case automobilistiche, aperto al pubblico con tutti i tipi di veicoli ( macchine, camper, moto, biciclette) dove basta pagare un’ingresso e accedi. Ma la fortuna non è dalla mia parte, in quanto quel giorno è chiuso, non ho capito bene il motivo, in quanto la mia dimestichezza con il tedesco è zero assoluto. Però rimedio allora sul circuito più piccolo,(7.2km) dove ad oggi vengono disputate anche gare di Moto e Formula 1. Arrivo nel parcheggio, vado alla segreteria, poichè vedo che quel giorno stanno girando moto. Entro e chiedo di poter girare dentro il circuito, gli addetti escono per vedere la mia moto, ma ahimè tutta carica di bagagli per loro è un impedimento per motivi di sicurezza. Certo mettermi a smontare tutto non ne avevo voglia, ed allora mi consolo sedendomi sulle gradinate ad ammirare comunque l’impianto.
Sfumata la possibilità di percorrere questo circuito storico, riprendo il mio viaggio, per andare a percorrere una strada particolare per il suo collocamento. Faccio rotta su Francoforte per poter andare a prendere la via che mi permetterà di vedere la Valle di uno dei fiumi commercialmente più importanti della Storia, corredato di castelli che dominano il suo percorso:il Reno e la sua Valle.. In una bella giornata di sole, dopo aver passato il punto stradale congestionato di Francoforte, riesco a iniziare la strada, incassata fra colline dolci natura rigogliosa, paesi vivaci e non posso fare a meno di rivolgere il naso all’insù quando scorgo un castello sulle sue sommità. I battelli di legno lungo il percorso, carichi di carbone, si fanno trascinare dalla corrente a valle. Sono molto suggestivi e ti fanno andare indietro nel tempo, vivendo in uno stato d’animo particolare.
Lascio il percorso per raggiungere l’ultima tappa del mio viaggio, passando dalla Foresta Nera ( in tedesco Schwarzwald) per poter arrivare a vedere la sorgente del secondo fiume più lungo d’Europa: il DANUBIO. La strada è molto piacevole, e la Foresta Nera. non tradisce le aspettative, si snoda dentro foreste impenetrabili, che rendono il tutto molto suggestivo. Poichè se è vero che ci stupisce un bel panorama, l’altezza delle montagne e la profondità degli Oceani; ciò non toglie che le strade che passano attraverso boschi folti non lo sono altrettanto. Si inizia partendo da Baden Baden, famosa città termale, fino a Gerulsadau. Da qui mi reco a Donaueschingen, dove è possibile vedere la vasca da dove inizia il lungo percorso il Danubio ( 2.860km), che nasce dall’unione di due piccoli fiumi: il Brigach e Breg. Si proprio cosi’ mi faceva buffo vedere quest’acqua li’ in movimento, e con la mente cercare di capire quanto avrebbe messo per arrivare al mare…………..quanto?
Alla fine della visita, un po’ contro voglia, ma sapendo che ero in lotta con il tempo, sono ripartito per ritornare a casa. Rientrando dalla Svizzera, il passo del Gottardo, arrivai a casa nel pomeriggio del sabato e, purtroppo ahimè il lunedi’ a Lavoro. Stanco si, ma soddisfatto di aver fatto tutto questo ( ancora non sapevo delle foto non venute, il rammarico era che dopo aver ricambiato altre schede, solo quella delle foto di Nordkappa non vennero, anzi non registro’). Dopo aver percorso circa 9.500km in moto e 1400 in treno, tutto questo mi aveva permesso di vivere esperienze uniche che rimango scolpite nella mia mente e nessuna scheda di memoria potrà cancellare. A proposito sono tornato sereno e rilassato. Tiè. Lamps.